Il concerto di venerdì 8 aprile (nuovamente nella Chiesa di Santa Maria dei Servi di Lucca, scelta per l’acustica eccellente) ha ospitato una formazione toscana già apprezzata lo scorso anno per qualità esecutiva e scelta di repertorio. I tre Maestri d’Europa del titolo sono stati eseguiti da un organico orchestrale di 40 elementi (com’è tradizione di Animando), con artisti di riconosciuto talento, quali Balázs Dolfin, giovanissimo violoncellista ungherese e il M° Giulio Arnofi, direttore d’orchestra, proposti dalla Associazione fiorentina Filharmonie, titolare dell’Orchestra omonima e, per l’occasione, partner di Animando assieme con Virtuoso&Belcanto e Centro studi Boccherini di Lucca.
Il concerto si è aperto con la Sinfonia in Re maggiore op.21 n.4 di Luigi Boccherini, una delle glorie della grande storia musicale della nostra città. Si tratta di una delle sei sinfonie dell’Op. 21 del nostro musicista; come le altre, e come era allora consuetudine consolidata, la sinfonia si articola nei classici tre movimenti, di cui quello intermedio ha un andamento più pacato e riflessivo.
Anche il Concerto per violoncello n. 2 in Re maggiore composto da Franz Joseph Haydn nel 1783, si sviluppa in tre movimenti (Allegro moderato, Adagio, Rondò. Allegro). E’ già interessante che si tratti d’un concerto per violoncello, dato che all’epoca questo strumento era piuttosto trascurato, come protagonista, dai compositori (con l’eccezione del nostro Boccherini, per il quale il violoncello fu strumento d’elezione). In questo concerto Haydn concentra la sua attenzione proprio sulla parte solistica, sottolineando le potenzialità espressive dello strumento, anche grazie a momenti di grande virtuosismo.
Il terzo brano in programma è una delle sinfonie più conosciute di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia n. 29 in La maggiore K 201. Composta nel 1774, all’età di 18 anni, la sinfonia si caratterizza, come la maggior parte delle sinfonie giovanili di Mozart, per un organico contenuto, ma soprattutto per una leggerezza ed eleganza che non può sfuggire a nessuno, fin dall’attacco del primo movimento. Tutta la sinfonia segna un passo avanti rispetto alle sinfonie precedenti di Mozart. Si segnala in particolar modo la grazia affettuosa del secondo movimento (immerso nella morbidezza degli archi in sordina), l’evidenza ritmica accattivante del minuetto e la scrittura particolarmente complessa e matura del vivacissimo ultimo movimento.